Poesie

Volume “GLI OCCHI DELLE COSE”
POESIE EDITE NELLA MONOGRAFIA
“GIUSELLA BRENNO SULLA NATURA DELL’ARTE”

Lo zio mago

Avevo uno zio

che spostava le nuvole.

Sono un mago

diceva

guardate bambini!

Con un gesto deciso

gli ordinava di andare.

E noi tutti incantati

con il naso all ‘ insù,

nelle sere d’ estate

profumate d’infanzia.

Tanto attenti

a seguire le nuvole

che

lo zio mago

con un guizzo veloce

di dita

ci sfiorava leggero

un orecchio

e voilà!

Nei capelli intrecciati

c’ era nascosta

una caramella

ma da quando?

Nelle sere d’ estate

profumate di stelle

si attendeva la quiete

dei sogni leggeri

e l’incanto del cuore sospeso.

 

 

Vorrei un cappello

Vorrei un cappello
dai mille colori
da indossare ogni volta
che il mio cuore si arrende
al mantello pesante
dei crepuscoli oscuri.
Vorrei un cappello
dai mille colori
da lanciare per aria
gioiosa
nell’istante esatto in cui
brilla la stella che
abbaglia il sole
felicità.

Colori e Pane

Non ho pane

da venderti

ma ho un racconto

se vuoi ascoltare.

Ti parla di un destino

e di una cesta in cui

sono riposti

colori e pane.

Siamo

“Siamo

meravigliosamente

screziati

tessuti d’infinito.”

Notte D’estate

Nella penombra della stanza

chiusa al sole di luglio

profuma un ricordo

che parla di antichi sapori.

Una notte d’estate

d’intenso aroma feconda

leggera e stellata

e Venere a guardia.

E ho voglia di andare

per strade di nuove speranze

fermarmi e partire

secondo gli umori

altre strade

tra papaveri e glicini

dove un mimo racconta

le tue lune sul prato

discese.

Solo Sapessi

Solo sapessi

come svuotare

questo straziato cuore

di dolore,

perché da me

non sono ancora giunta.

Dentro la musica,

dentro i colori,

nel cuore giallo

del profumato fiore,

io ti sento,

perché anima sei

nella mia anima

e il tuo richiamo è vivo,

dentro ogni uccello

che sento cantare,

nel vento che ha in sé

i respiri del mondo.

Perché le cose che parlano

al cuore

sanno di te,

perché anima sei

nella mia anima,

ponte celeste

sull’eternità.

 

(a mio padre) 2004

Padre

Struggente

ritorna dall’oblio del tempo andato

il filo caldo

della tua voce.

Quanto dolore

questa nostalgia

perché dolore

è stato.

Eppure, senza te,

non sarei questa

e ancora ti ripenso

come un dono

perché nulla è per nulla.

Ho respirato,

l’aria rarefatta

dell’essere per essere

e delle antiche stelle.

Ho camminato

nel buio della notte

per sentire il freddo

sul mio viso.

Ho scavato

così profondamente

da scorgere lo scheletro

dei miei pensieri

e gli orizzonti ai quali

non posso rinunciare.

Senza di te

non sarei questa

e nel mio divenire

c’è l’incauta giovinezza,

ormai sopita

e la struggente voglia

di spingersi più in là

dentro il respiro.

 

(6 aprile 2004)

Eri Mia Madre

Eri mia madre,

e sul tuo seno

piccola,ho dormito

ed il tuo viso

avrò accarezzato.

E tutto il bene

e tutto il male

in mezzo,

al principio e alla fine

l’unico gesto

d’infinito amore.

Ho disciolto il mio cuore

in quell’unica

ultima carezza

e al tuo viso ho appoggiato

la mia intera vita.

Fra i tuoi capelli

ancora scuri

ho lasciato

tutto l’amore

che non ci siamo dette.

 

(settembre 2005)

Nuvole

Ho sete di nuvole

mamma

perché l’amore dato

come le nuvole

è fatto di niente

ma crea disegni

immaginifici

che toccano

le estremità del cielo.

L’abbraccio della Notte

Nel cuore

della dolorosa notte

ho sentito il mistero di Dio

avvolgermi e scaldarmi.

Come ali bianche

le sue pietose mani

mi hanno sorretto

col pane della fede

e l’acqua della vita.

Forte

come l’incenso che riempie le chiese

e colma l’anima

di pensieri puri.

Siamo un gesto, un respiro,

lo sfavillio di un lume,

siamo eterno ed effimero

polvere e cielo

siamo

un segno.

 

(a mio padre)     aprile 2004

Giovinezza

La piazza è colma

dorme la vecchia madre gemendo

la musica comincia

si rigira il vecchio padre nel letto

il mare ha voce

per chi vuole ascoltare

ma è serrato l’uscio di casa

e la musica entra

dalla finestra socchiusa.

Magia di Luce

Protendo le braccia

e il sole mi avvolge.

La sua luce

è

straordinariamente

accesa.

Indugia

tra ciglia e ciglia

si placa

dentro l’ultimo angolo d’iride.

E scava

profondamente

come angoscia lucida

quasi ridente.

Penetra

disorientandoti

come le risonanti note

di un flauto nascosto.

Chissà dietro quale

colonna del cortile antico.

Momento per momento

ti confonde

ti cattura

ti solleva

magicamente.

Guarda Lassu’

Guarda lassù

amore mio

dove gli uccelli solcano i cieli

dove le dita si disegnano e toccano

l’infinito intoccabile.

L’infinito, amore mio,

me lo dai tu.

Apri le tue braccia

come il gabbiano

che abbraccia il vento

e grida il suo volo.

Quando potrò

quando potrò riabbracciarti?

In quale punto il destino

vorrà ancora riunirci?

Guarda lassù

amore mio

dove gli uccelli solcano i cieli

dove le mie dita si disegnano

e toccano

le tue dita.

Onde

Onde di pianto

investono l’anima

e lo sciacquio risuona.

Tu stringi le braccia

intorno al seno,

sono un gabbiano

le tue labbra,

il tuo sguardo

un acuto stridio.

Salento

Terra di ulivi

e di silenzio

di roccia grezza

che si lega alla roccia

in te

ho assaporato

il Getsemani

dell’anima.

Sul tronco antico

di un ulivo

ho pregato e pianto

di quel pianto sommesso

e lacerato

dell’uomo senza speranza

senza conforto

senza più rive.

Ti ho chiesto

pace

ti ho donato

la sofferenza sottile

del mio vuoto.

La’ dove tu mi Aspetti

Tra gli aranceti fitti

e profumati

c’era la fonte

limpida e scrosciante

lì si andava

a rinfrescare il viso

e con le brocche vuote

da riempire.

Sull’orlo della brocca

color del sole acceso

la foglia di un arancio.

Di pane caldo ed olio

sapevano le stanze

e l’aria

di rosmarino e salvia

di mosto e fichi secchi.

Nei sacchi ruvidi

di grezza tela scura

fagioli e fave

ceci e lenticchie

l’oro del popolo

l’oro che non brilla.

Là dove il tempo cammina

e non corre

là tra carrube

e mai sopiti profumi

nascesti tu

e là ti vedo

seduto

sotto il verde olivo

sereno e sorridente

ad aspettare.

Armonica

Un bambino suona

un’armonica

tremula voce nel pomeriggio

di settembre.

Apre un varco nella mente

mia, conturbata,

è una stella remota

che ricordo

e ritorna.

Negli occhi dei miei desideri

danzo ancora felice

sulla nota più alta

cade il ritmo del suono

e su essa il pensiero stringe

la tua mano alla mia.

Fugge presto il mio sogno

come fugge il bambino

la sua armonica

tace.

Il Momento dei No

Non pensarmi

nel momento dei no

nel momento dei forse e delle paure

o quando l’odio sferza

sulla faccia e nel cuore degli altri

certo che non puoi vedermi

né puoi capirmi, vera,

ma sotto falsa immagine

eppure così mia.

Non pensarmi

se non quando mi scuote

voglia di danze gitane

e fianchi nudi

circondati da colorate sete

e braccia disegnanti il vuoto

con gesta morbide

e nervose ancora.

Quando i passi cadono l’un l’altro

in un intreccio magico

creato dalla musica

o solo dal pensiero più vitale

e volteggiando piroetto

propagandomi allo spazio

col sorriso più puro

fino a far coincidere il mondo

con lo spazio racchiuso

dentro la mia gonna

che a ruota

confonde i fiori disegnati

nella marea veloce della danza

e un prato immenso pare

e di prato mi sento vestita.

Folata

Ronza l’ape

canta la gazza

oscilla il ramo

carico di olive.

Il vento penetra

tra foglie e pergolati

ora dolce e sinuoso

ora rude e sferzante.

Io taccio e ascolto

sento

d’esser foglia

tra le foglie.

A  Giovanni

Tacite lune

scopriranno il mio oceano

silenzi e parole

diverranno poesia

rivedo il sorriso

sulle mie labbra

sono sicura

esso vive per te.

Rifuggo dal pianto

che non ha fine

libellule d’anima pura.

Aiutami ora

notte d’argento

pensiero che domini

così dolcemente.

Giovanni baciato dal sole.

Cantori dell’est,voi non sapete!

Colmerò mani e occhi e cuore

col meglio del meglio

col meglio che so.

Sole Bambino

Vorrei raccontarti

degli occhi

che ho visto.

Di quei cuscini

ormai vecchi,

con un sole bambino

e dei fiori a punt’erba

teneri fiori

a tinte pastello.

Delle stoffe fiorate

di quegli occhi

stupiti.

Di quei cuscini

ormai vecchi

con un sole bambino

coi gatti e le case

gli alberi verdi

su fondi di cielo,

e gli occhi dei gatti

fissi

presenti

dolcissimi

vecchi bianchi bottoni

cuciti da tempo,

bottoni di vecchie camicie.

E la carta stagnola

sui piccoli vasi di fiori

finti

e i vasi sui centri.

La bambola ride

con le sue gote rosse

bambola antica

vestita a festa

tra pizzo e pizzo

polvere e tempo

e accanto

il suo sposo.

Pagherò ciò che vuoi

per quei cuscini

con un tenero

sole bambino.

Il Cortile

Penso a un cortile

ampio e luminoso

disegnato da colonne bianche

come neve

a centinaia

un cortile senza parola

nel cui centro

un tappeto di margherite

tenere

punteggia il verde

più fresco e intenso.

Scintillii di rugiade

tra filo e filo d’erba

corolle color del sole

gonfie di polline.

Lontano,in aperta campagna,

un cinguettio pacato

quasi una ninna nanna.

Profumo di campi e sole.

Inventami una Storia

Inventami una storia

ma che sia forte di dolcezza

che mi dia un respiro di scorta

che sia vera

come le gocce di pioggia sul tetto

e sulle foglie

come la rugiada sulle rose

inventami un’idea d’arcobaleni

trasparenti

di vapori mattutini

e di acuti sentori

di parole nuove.

Inventami un palcoscenico di vita

dove io possa innalzarmi e danzare

sul suono dei miei desideri.

Il Principe e la Birichina

Il principe riposa

con il suo volto magro,

ricordi il suo sorriso?

Ricordo la sua mano

calda, benevola,

lo sguardo silenzioso,

chiuso in quel viso,

così e per sempre,

signore della morte.

E la sua sposa

accanto

di speranza e coraggio

regina,

vivace e indomita

eloquente lo sguardo,

forte della sua vita

mai conobbe la resa.

Ricordi il suo profumo?

Così e per sempre accanto

Il principe e la birichina.

 

(26-09-2005)

Gli Occhi Dell’amore

Sul tuo viso

qualche ruga di più

forse

ma non ne sono sicura.

E’ come un’impressione

che svanisce in fretta

e così in fretta

che credo aver sognato

di aver fantasticato.

Ma i tuoi capelli

sono meno soffici

anche se il vento li scompiglia,

e paiono un cielo

screziato di stelle

o come brina al mattino

di grigio tenue imperlato.

Forse

ma  non ne sono sicura,

è che

se io ti stringo

tra le mie braccia

sempre più credo di aver stretto

il tuo animo

non le tue spalle,il tuo corpo,

il tuo viso,

ma la tua essenza,il tuo mare,

il tuo credo.

E sempre più è profondo

col passare del tempo

e più ti sento trapassarmi l’anima

e aderire

non al tuo involucro

ma a quell’insieme di trame e sogni

a quell’alone che porti

negli occhi

ai tuoi respiri,

alle forze che muovono

i tuoi gesti.

Così il tuo viso

sarà velato da rughe

e i tuoi capelli,bianchi di luna,

ma a quel punto

sarò così in te

e tu così in me

che non potrò più vederti

con gli occhi stanchi del corpo

ma ti vedrò

con gli occhi del mio amore.

E sarai bruno e giovane

col viso acceso di vita e di amore

e,questa volta,

sarò  sicura

di vederti proprio

come ti sento.